Monday Sucks: Meow

Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
ritira le unghie nelle zampe,
lasciami sprofondare nei tuoi occhi
in cui l’agata si mescola al metallo.

Così cantava Charles Baudelaire nella poesia Il gatto. Più che ad un tenero micio paffutello che ama sedersi nelle scatole, il grande poeta si riferiva alla sua donna, sensuale e indolente proprio come un felino. Questi splendidi animali hanno da sempre affascinato il mondo della letteratura e delle arti e il loro richiamo si è fatto sentire sin nella moda.

tumblr_m908nzxDbN1qj10b5o1_1280

Qui e in copertina, dettagli della collezione SS 14 di Miu Miu.

Tutt* noi gattofili abbiamo lanciato gridolini eccitati quando abbiamo visto la bellissima collezione SS14 di Miu Miu, dove piccoli pelosi si arrampicavano su borse, scarpe, abiti e colletti. Da lì è stato tutto un fiorire di zampine, gommini e baffi anche sui vestiti che noi comuni mortali compriamo da H&M. In realtà la tendenza non è nuova: sin dagli anni ’20 il gatto era associato all’idea di una sensualità libera e maliziosa e le donne più audaci amavano farsi ritrarre con i propri mici da compagnia. Se ci pensate, molti accessori femminili sono associati a questo animale: gli occhiali a farfalla sono noti come cat eye sunglasses, così come il cat eye è l’eyeliner dalla forma allungata.

La tendenza, oggi, più che quella di una femme fatale circondata dai felini, è quella di una genuina e tenera dichiarazione d’amore verso questi animali. Del tipo sì, sto indossando una maglietta con un gatto perché MI PIACCIONO I GATTI, hai qualcosa da dire in contrario? Quindi via libera a orecchiette a punta e dolci palline di pelo sui vostri accessori e abiti preferiti!

Monday Sucks: Meow

 

Cazzo mi metto #9

GIURO CHE MI SONO SFORZATA PER FARE UN OUTFIT INVERNALE SERIAMENTE CALDO E COPRENTE. E ho scelto il look da bella contadinella, che personalmente adoro reinterpretare con un bel paio di scarpe sexy. Le gonne midi sono un po’ difficili da portare, specialmente se di un tessuto grosso come la lana: ma, niente paura, basta giocare con le proporzioni. Un maglione corto e un bel paio di tacchi vi aiuteranno a slanciarvi. E siete pront* per il remake de “La casa nella prateria”.

Cazzo mi metto #9

 

Cose fiche che non ho i soldi per comprare: I cuissardes

I cuissardes sono da sempre nei miei sogni proibiti. Il fatto è che io sono piuttosto bassa e non ho esattamente le gambe di Adriana Lima ma, c’è da dire, dopo averne provati un paio mi sono ricreduta. Innanzitutto slanciano, contrariamente a quanto si possa pensare (certo, un po’ di tacco è obbligatorio), e se scelti della lunghezza giusta fanno sembrare le gambe più snelle. Con dei piccoli accorgimenti sono portabili anche durante il giorno: bellissimi con i minidress dritti, per un look alla Jane Birkin; oppure con una tutina corta e un cappotto lungo.

Cose fiche che non ho i soldi per comprare: I cuissardes

 

Monday Sucks: Easy Rider

Il mio uomo ideale è questo: barba, tatuaggi, giubbotto di pelle e Harley Davidson. E se Brigitte Bardot cantava di non aver bisogno di nessuno in Harley Davidson, mi permetto di dissentire. Lo stile da diari della motocicletta è da sempre apprezzato e reinterpretato dagli stilisti, in particolare dai brand con un’anima più rock’n’roll come Saint Laurent o Jean-Paul Gaultier.

Qui e in copertina, The Motorcycle Diaries, fotografie di Aaron Feaver, styling di Christine Nelli per Schön! Magazine, Giugno 2013

Qui e in copertina, The Motorcycle Diaries, fotografie di Aaron Feaver, styling di Christine Nelli per Schön! Magazine, Giugno 2013

Vogliamo parlare del successo sempiterno di biker boots e anfibi? O del simbolo degli anni ’60 e ’70, la giacca di pelle? Per i motociclisti questi capi sono nati come indispensabili strumenti del mestiere, ma il loro fascino è sbarcato anche nella vita di tutti i giorni. Anche noi “comuni mortali” possiamo e amiamo indossare questi capi, grazie ad un processo di massificazione che li ha fatti diventare da simbolo di motociclisti, punk e skinhead, a divisa d’ordinanza delle fashion blogger. (Quando ho visto Chiara Ferragni con la giacca con le patch hardcore alla NYFW la mia faccia è stata più o meno questa).

Nonostante il tristo destino che ha subito lo stile motorcycle, questo mondo continua a suscitare un indiscusso fascino. Nella speranza, un giorno, di potermi permettere una Harley Davidson con cui sfrecciare verso il cuore del mio barbuto, continuo imperterrita a vestirmi come una motociclista disperata. I pezzi chiave del guardaroba su due ruote sono pelle, frange, bandane e grandi dosi di arroganza. Paura di sembrare un* scappat* dagli Hell’s Angels? Prova il chiodo con l’abito sottoveste, i biker con la gonna longuette, le frange col maglione a coste.

Monday Sucks: Easy Rider

 

Cazzo mi metto #8

A volte è necessario tirare fuori la Valeria Marini che c’è in te e decidere di infilarti in un abito sottoveste e pelliccia. Per quanto detto così l’abbinamento possa, appunto, ricordare il tipico outfit della valletta anni ’90 che va a quegli squallidi eventi tipo prime di film brutti italiani, se sapientemente studiato questo abbinamento è una figata. Era la divisa di Kate Moss a vent’anni, per intenderci. Reinterpretala con uno slip dress marrone, un cappotto di pelo color panna, stivaletti, il turbante e i bellissimi (e praticissimi) wristlet.
Cazzo mi metto #8

#GOALS: Lily Allen

Adoro Lily Allen perché fa quello che le pare. Lei è la classica persona che ad un aperitivo si presenterebbe in abito in taffetà con strascico e ad un matrimonio in costume da bagno. Ma lei può, perché riesce a dare personalità a tutto quello che indossa, che sia appropriato o inappropriato. Karl Lagerfeld l’ha ben istruita nei suoi anni da testimonial Chanel, dopotutto. Basta dare una rapida occhiata al suo profilo Instagram per capire che questa ragazza inglese dà filo da torcere a tutte le fashioniste che fanno solo copia-incolla dalle passerelle. Brava, Lily.

  

Lily sa come portare un pantalone ampio nonostante non sia proprio una pertica: Loubo brillanti, top rigido celeste e borsa di pelo.

  
 

Sul palco, un bellissimo abito con gonna a palloncino in tessuto dorato dipinta a mano e corpino fucsia, ovviamente abbinato ai capelli.

 
 

Per il MET Gala, non passa inosservato il tubino lungo con rouches sui toni del grigio e del rosa, con fiocchetti sulle spalle e pettinatura super.

 
 

Adoro questa tuta azzurra con drappeggio a motivo floreale: molto anni settanta e, in più, l’abbinamento con i capelli lilla è fantastico.

 
 

Questo vestito di House of Holland in pailettes degradé con orlo in tulle è fichissimo già da sé, se poi ci aggiungi i capelli con punte gialle di Lily ciao.

 

Cose fiche che non ho i soldi per comprare: il mezzo tacco

Queste sono le scarpe più da #ciaopoveri del mondo. Quando ti senti un po’ piccoloborghese, il mezzo tacco è fantastico: cinque centimetri di pura nobiltà. Chanel, per questa stagione, ha rilanciato le sue mitiche chanelline slingback bicolore: cinquecento euro di pura povertà. Inutile dire che le bramo ardentemente. Sono bellissime con i vestitini bon ton, ma anche con dei pantaloni di pelle aggressivi o la mini di jeans. Non vorrei dire, ma Natale si avvicina e le chanelline slingback bicolore sono un puro investimento. Non sto qui a dirvi perché.

Cose fiche che non ho i soldi per comprare: Il mezzo tacco

Monday Sucks: Chic milanese

Amo Milano. È la città in cui studio e in cui passo la maggior parte del mio tempo. Amo il fatto che raramente ci sia il sole, che ci siano i tram, che ci sia il duomo che è incredibilmente bello e bianco, ma soprattutto amo osservare i milanesi. I milanesi sono creature strane, sempre pronte a parlare male di Milano ma a difenderla a spada tratta quando qualcuno osa farlo al posto loro. Le milanesi, soprattutto, di ogni età, hanno tratti inconfondibili. Belle di una bellezza borghese, sempre sobrie e misurate, non ostentano tanto ricchezza quanto più un diffuso benessere. Sono colte e brillanti, eleganti, divertenti. In questi due anni in cui Milano è diventata la mia seconda casa, ho avuto modo di osservare queste ragazze e signore nell’habitat che è più loro congeniale: i mezzi pubblici. La metrò risplende quando una milanese vi sale: aggraziata è un po’ retro, ma mai ammuffita o fuori moda. Le milanesi prendono le tendenze del momento e le reinterpretano con
Quali sono i pezzi che una milanese ha sempre nel suo armadio? Innanzitutto direi il cappotto: di lunghezza media, morbido, quasi mai nero. Alle meneghine piacciono i colori forti ma scuri, come il petrolio, l’arancio, il bordeaux o il blu notte. Gradite anche le fantasie, purché siano quelle classiche: sì a righe, quadri tartan, pois, pied de poule.

Il cappotto si porta con i pantaloni a taglio dritto, un po’ maschili. A farli da padrone qui sono le fantasie, anche le più disparate. Ho visto tantissime fantasie geometriche, ma anche fiori o animalier.

Monday Sucks: Chic milanese 1

 

Le milanesi sono sempre indaffarate, per cui scelgono scarpe comode ma ultra sofisticate. A calpestare il pavimento milanese vedrete mille scarpe stringate, anche platform, sempre con un tocco di originalità. Le coraggiose che si avventurano sui tacchi non li usano mai troppo alti, il mezzo tacco quadrato è l’ideale. Le milanesi amano le scarpe ricercate: pellami colorati, brillantini, applicazioni di cristalli, bouclé, fantasie. In caso di pioggia, immancabili gli stivali di gomma.

Le milanesi amano molto le borse a mano di media misura o le mini tracolle. Le borse sono forse l’unico vezzo da fashion victims: il logo in bella vista non è raro, ma in fondo una Prada al braccio è anche il simbolo di una carta realizzazione economica e lavorativa.

Anche per quanto riguarda i gioielli le milanesi hanno teorie tutte loro. Basta dare un’occhiata alle vetrine delle oreficerie per farsi un’idea: gioielli preziosissimi ma minimal, con pietre dure piuttosto che i blasonatissimi diamanti.

Monday Sucks: Chic milanese 2

 

#GOALS: Elena Perminova

Mentre cercavo informazioni su Malevič per una piccola conferenza di storia dell’arte, ho pensato alla capacità tutta russa di distinguersi dalla massa e mi è venuta in mente la splendida Elena, o Lena che dir si voglia, Perminova. Un angelo biondo dal gusto impeccabile e raffinatissimo, capace di coniugare una certa predisposizione all’ostentazione e una originalità mai scontata. Lo stile di Elena è chic, estroso, importante. Le sue passioni le forme over, i cuissard e la pelliccia. Non ringraziatemi quando la seguirete su Instagram. 

 

Per quanto possa sembrare illogico uno splendido collo di pelliccia bianco e giallo su un paio di gambe nude e avvolte da stivali alti in pelle, adoro questo look.

 
 

Da copiare la maxi mantella in lana sul vestitino arancio (un colore così bello sulle bionde!), con fantastici sandali con tacco e clutch preziosa.

 
 

Diciamo tutt* in coro sì al total white: maglione maxi con cuissard in pelle bianca e tracollina stondata celeste.

 

 

Pantaloni palazzo bianchi, maglia girocollo di pailettes iridescenti sui toni del lilla, gilet in lana a quadri neri e rosa. Chapeau!

 
  

Monday Sucks: Al di là del genere

I diritti LGBT hanno fatto enormi passi in avanti negli ultimi anni. In particolare, si stanno pian piano sfumando i confini tra i generi, garantendo anche a chi non si identifica pienamente con il genere maschile o femminile la possibilità di trovare un’identità. La discussione sul genere – al di là della fantomatica teoria gender che, ricordo, è tutta una paranoia di una certa classe politica e religiosa – non si è ancora pienamente aperta in Italia per numerose ragioni che tralascio di elencare, ma negli Stati Uniti è una questione di primissimo piano.

 

Qui e in copertina, la campagna FW15 di & Other Stories, interamente realizzata da un team transgender.

 
Siamo tutti  d’accordo che per definire l’identità interiore entra in gioco anche l’aspetto esteriore. Per questo la moda si sta muovendo verso i campi ancora inesplorati del gender less o del gender fluid. Questo blog ha, sin dalla sua nascita, cercato di non proporre stereotipi di genere: per questo uso gli asterischi quando scrivo, perché voglio che tutti si sentano inclusi quando leggono i miei post. Tuttavia i capi che propongo sono spesso quelli che si trovano nel reparto “donna”, perché chi vi scrive è una donna cisgender, che conosce e indossa capi pensati per donne cisgender. Ma il mondo cambia, è vario, e la moda si adegua. Le forme si fanno sempre più unisex, i colori sempre più neutri e i confini sempre più fluidi. 

  
Fare moda gender fluid non significa solo abbracciare una causa o sostenere una minoranza, ma è una vera e propria sfida creativa. La possibilità che hanno in mano gli stilisti è quella di reinventare i concetti di “womenswear” e “menswear”, portandoli ad un livello ulteriore. Un livello che coinvolga tutti, cisgender e transgender, e che permetta a chiunque di non sentirsi etichettato sulla base del proprio abbigliamento.